Newsletter Settembre Ottobre 2020

Carta Universale del Carcinoma Ovarico: i 6 obiettivi

Lo scorso 11 settembre, nell’ambito del Congresso Internazionale di Ginecologia Oncologica (IGCS) tenutosi a Roma, la World Ovarian Cancer Coalition ha presentato la Carta Universale del Carcinoma Ovarico. La Carta propone 6 grandi obiettivi il cui raggiungimento consentirà di garantire le migliori possibilità di sopravvivenza e la migliore qualità di vita a tutte le donne colpite da tumore ovarico in ogni Paese.

1

Una priorità universale 

Il tumore ovarico deve diventare una priorità universale cosi che il crescente impatto della neoplasia e la sfida per cure migliori possano essere riconosciuti ed affrontati ad livello mondiale, nazionale e locale.

2

Una diagnosi tempestiva 

E’ il secondo obiettivo da raggiungere perché a livello mondiale, ancora oggi, una donna prima di avere una diagnosi di tumore ovarico deve attendere in media 6 mesi dalla scoperta dei primi sintomi.

3

Le migliori cure possibili

E’ il terzo obiettivo da raggiungere perché tutte le donne nel mondo devono poter accedere alla chirurgia, alla terapia medica e agli studi clinici che offrano loro le migliori possibilità di sopravvivenza e di qualità di vita.

4

La storia familiare

La possibilità di accedere in modo appropriato e tempestivo ai test genetici e alla consulenza genetica è il quarto obiettivo universale. Per le donne con storia di tumore ovarico e di altri tumori di origine genetico-ereditaria (quali il tumore del seno, del pancreas, della prostata, dell’utero e del colon) è importante essere sottoposte a test genetico sia per accedere a cure personalizzate sia per determinare se anche i propri familiari sono a rischio di tumore.

5

Miglioramento dei dati

E’ il quinto obiettivo e riguarda i dati su cui si basano le strategie di prevenzione e di cura. Per garantire i migliori risultati questi dati devono riflettere le diversità che caratterizzano le popolazioni delle varie nazioni. E’ noto infatti che la componente geografica ed etnica influisce sull’incidenza della neoplasia ovarica e sulla sopravvivenza delle pazienti. Pertanto è molto importante avere dati più precisi sui diversi tipi di cancro ovarico e una maggiore eterogeneità tra le partecipanti agli studi clinici.

6

Informazione e sostegno

E’ il sesto ed ultimo obiettivo il cui raggiungimento garantisce ad ogni donna l’accesso ad informazioni corrette e a un sostegno di qualità nella propria lingua perché ciò aiuta a convivere meglio con la malattia.

La carta può essere utilizzata da chiunque desideri sostenere la causa del carcinoma ovarico o voglia dare voce al bisogno di miglioramento nel proprio Paese. Chi è interessato può scaricare la Carta in Italiano a questo link


20 settembre: Giornata Mondiale dei Tumori Ginecologici

Domenica 20 settembre si è celebrata in tutto il mondo la Giornata Mondiale dei Tumori Ginecologici, un progetto promosso da ESGO (European Society of Gynecological Oncology) e da ENGAGE (European Network of Gynecological Cancer Advocacy Groups), il network di associazioni pazienti europee impegnate nella cura e nella prevenzione dei tumori ginecologici di cui fa parte Acto.

La Giornata ha acceso i riflettori sui tumori ginecologici che, ogni anno, nel mondo colpiscono 1.300.000 donne e di cui soffrono oltre 3.700.000 donne in totale. In Italia sono più di 230mila le donne colpite da un tumore ginecologico e ogni anno si registrano poco meno di 20mila nuovi casi.

Nel nostro Paese i tumori ginecologici più frequenti sono il tumore dell’utero (8.700 casi/anno per una prevalenza di 117mila casi), il tumore della cervice (2.700 casi/anno per una prevalenza di 57mila casi) e il tumore dell’ovaio (5.300 casi/anno per una prevalenza di 50mila casi). Nel mondo nel 2018, i decessi per tumore ginecologico sono stati circa mezzo milione e in Italia oltre 500. Ma molte morti avrebbero potuto essere evitate con una maggiore informazione e soprattutto con la prevenzione.

La Giornata Mondiale dei Tumori Ginecologici (GO Day) è nata proprio per fornire tutte le informazioni utili a promuovere la diagnosi precoce di questi tumori  e a prevenire l’infezione da Human Papilloma Virus (HPV) in coerenza con le strategie dell’OMS volte ad eradicare il tumore della cervice causato da questo virus.

“Ogni donna deve sapere che questi tumori si possono prevenire o combattere solo attraverso regolari controlli ginecologici. Una diagnosi tempestiva è ancor oggi la prima garanzia di guarigione o comunque di più lunga sopravvivenza in caso di tumore ginecologico - ha dichiarato Nicoletta Cerana, presidente nazionale di Acto - Per saperne di più invito quindi ogni donna a scaricare gratuitamente dal nostro sito web la Guida ai Tumori Ginecologici.”

Guarda i video realizzati da Acto per sapere tutto su  tumore dell'ovaio, dell'endometrio, della cervice uterina e del tumore ovarico BRCA mutato. Li trovi anche sulle pagine Facebook e Twitter di Acto onlus. 


Tumore ovarico: approvato nuovo trattamento di prima linea

Il 21 settembre, l'EMA (The European Medicines Agency) ha approvato l’utilizzo del farmaco Olaparib (Lynparza) come trattamento di mantenimento in pazienti con carcinoma ovarico di grado avanzato e positive al deficit di ricombinazione omologa ( HRD) che hanno risposto alla chemioterapia di prima linea più bevacizumab (Avastin).

L’approvazione si basa sui dati dello studio di fase 3 PAOLA-1, già pubblicato sul New England Journal of Medicine. I risultati dello studio hanno mostrato che l’aggiunta dell’inibitore di PARP olaparib alla terapia di mantenimento con l’antiangiogenetico bevacizumab migliora in modo statisticamente significativo e clinicamente rilevante la sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto al solo bevacizumab, che è l’attuale standard di cura dopo la chemioterapia di prima linea a base di platino. In particolare l'aggiunta di compresse di olaparib al trattamento di mantenimento con bevacizumab ha determinato una riduzione del 67% del rischio di progressione della malattia o di morte nelle pazienti con tumori HRD positivi.

L'approvazione preliminare non significa ancora che il farmaco sarà disponibile tra breve in tutti i paesi europei poiché in molti paesi il  processo interno di approvazione e implementazione potrebbe richiedere tempi lunghi.


Acto incontra Sua Santità Papa Francesco

In occasione del Congresso Internazionale di Ginecologia Oncologica tenutosi a Roma dal 10 al 12 settembre 2020, la Società Internazionale di Ginecologia Oncologia (IGCS) e l’Università Campus Biomedico hanno promosso un incontro tra le associazioni pazienti e Sua Santità Papa Francesco. All’udienza papale hanno partecipato oltre 100 rappresentanti delle varie associazioni pazienti impegnate nella lotta contro i tumori femminili. Per Acto erano presenti Elisa Picardo - Presidente Acto Piemonte, Silvia Simoncini - Presidente Acto Toscana, Silvia Gregory - Presidente Acto Lazio, Mirosa Magnotti- Presidente Acto Campania, Annamaria Leone - Presidente Acto Bari, Nicoletta Cerana - Presidente Acto Nazionale, Elisabetta Ricotti responsabile comunicazione Acto nazionale.

"Siamo qui oggi ognuno con la propria storia, ognuno con le proprie speranze a testimoniare l'impegno a prevenire, affrontare e curare i tumori ginecologici. Ognuno di noi, pazienti, medici, infermieri, familiari, studenti, specializzandi, cerca forza e incoraggiamento dalle Sue parole e tutti insieme desideriamo ringraziarLa per la Sua dedizione quotidiana  ai malati e a coloro che soffrono" -  ha dichiarato in apertura Roberto Angioli, Direttore Ginecologia, professore di Ginecologia e Ostetricia e Direttore Scuola di Specializzazione in Ginecologia presso il Policlinico universitario Campus Biomedico di Roma. 

Ha quindi preso la parola Sua Santità Papa Francesco che ha sottolineato nel suo breve intervento il ruolo importante delle associazioni pazienti nel creare legami di solidarietà tra gli ammalati, coinvolgendo familiari e medici in una relazione di mutuo aiuto. Auspicando che il ruolo delle associazioni pazienti trovi un sempre più ampio riconoscimento all’interno dei sistemi sanitari, il Santo Padre ne ha incoraggiato l’impegno e l’apporto di fiducia, di speranza e di amore di cui sono portatrici "perchè la vicinanza dell'amore apre le porte alla speranza e anche alle guarigioni". 

Al termine dell’intervento il Santo Padre ha ricevuto in dono dalla presidente nazionale di Acto la targa  a ricordo di un incontro che ha lasciato un segno indelebile nel cuore di tutti.


Incontri Acto Lombardia: il calendario

Con il primo incontro all’Ospedale Manzoni di Lecco, è iniziato il 5 settembre il ciclo di incontri della “Casa delle Donne” di Acto Lombardia, ispirata da un’analoga esperienza di Acto Bari  per ricordare il grande impegno della sua presidente Adele Leone recentemente scomparsa; Il progetto voluto da Acto Lombardia  è un vero e proprio laboratorio in cui il confronto tra persone che hanno affrontato o stanno affrontando lo stesso percorso si trasforma in un utile strumento di crescita e condivisione. Durante l’incontro le pazienti hanno avuto modo di confrontarsi con i medici (oncologa e ginecologa/sessuologa) e partecipare a momenti ludico/informativi con diverse esperte.

I prossimi incontri all’Ospedale Manzoni sono previsti il 10 ottobre e il 7 novembre, mentre al San Gerardo di Monza si inaugureranno il 19 settembre per poi proseguire il 24 ottobre e il 21 novembre di quest’anno  e continuare nel 2021. L’orario degli incontri è dalle 10.00 alle 12.00.

L’idea del progetto nasce dalla consapevolezza che nell’emergenza causata dal Covid 19 alcune categorie di persone devono essere tutelate più di altre e tra queste ci sono le malate oncologiche, che meritano rispetto e attenzione oltre alle cure. «È proprio questo che ci ha fatto pensare ad un progetto che già ci stava a cuore ma che oggi riteniamo essere ancora più importante: la “costruzione” di un luogo sicuro di aggregazione per tutte le donne colpite da tumori ginecologici», racconta Alessia Sironi, presidente di Acto Lombardia. 

Il progetto è stato accolto con entusiasmo negli  ospedali San Gerardo di Monza e A. Manzoni di Lecco dai medici che collaborano a stretto contatto con Acto Lombardia: la  Dottoressa Tiziana Dell’Anna, Responsabile Unità Ginecologia Oncologica dell'ospedale A. Manzoni di Lecco e il Professor Robert Fruscio, Professore Associato di Ginecologia e Ostetricia, Università Milano – Bicocca.


Assegnate le borse di studio "Adele Leone"

Le due Borse di Studio istituite in memoria di Adele Leone, fondatrice e prima presidente di Acto Bari mancata lo scorso 22 marzo, sono state assegnate ai progetti innovativi di due giovani ricercatrici: 

“Machine Learning nella determinazione degli outcome clinici post-terapia neoadiuvante in pazienti affette da carcinoma ovarico” di Francesca Romana Arezzolaurea con lode in Medicina presso l’università degli Studi di Bari, a sinistra nella foto con Annamaria Leone, Presidente di Acto Bari

“Implementazione di un pannello genico NGS esteso a geni ad alta e bassa penetranza con impatto nella gestione diagnostica e clinica del carcinoma ovarico ereditario” di Antonella Turchiano, laurea magistrale con lode in Biologia Cellulare e Molecolare presso l’Università degli Studi di Bari, a destra nella stessa foto.

Le Borse di Studio Adele Leone si indirizzano a giovani italiani e stranieri laureati in medicina e chirurgia, biologia, farmacia, biologia cellulare e molecolare, biotecnologie mediche e medicina molecolare, che intendono approfondire le loro conoscenze nella ricerca clinica o di base sulla neoplasia ovarica, contro la quale Adele Leone ha combattuto a lungo. Le due borse hanno una durata semestrale ed ammontano ciascuna a euro 12.500. L’assegnazione delle borse è stata resa possibile da numerosi donatori sia privati che istituzionali, tra i quali Clovis Oncology e Fondazione Vincenzo Casillo.

Con questa iniziativa, che onora la memoria di Adele Leone e il suo impegno a sostenere le donne colpite da questa grave neoplasia, Acto Bari ribadisce il proprio impegno per la ricerca scientifica.


Acto per la vita: i riconoscimenti di Acto Campania

Le vicende legate all’emergenza COVID 19 hanno messo a dura prova soprattutto le persone più fragili e tutti coloro che quotidianamente combattono con patologie impegnative come il cancro.

Proprio per questo abbiamo sentito il bisogno di ringraziare gli operatori della Sanità campana, che sono stati in prima linea durante questo periodo, per senso del dovere e abnegazione, ma soprattutto per le azioni meritevoli svolte in favore della comunità e dei più deboli ” ha dichiarato Mirosa Magnotti, presidente di Acto Campania aprendo la serata di consegna dei 18 premi “Acto per la vita” che sono andati a personaggi noti e meno noti.

Tra i premiati l’oncologo Paolo Ascierto, per la sua intuizione sull’efficacia del farmaco anti-artrite che, da Napoli, ha fatto scuola nel mondo; Attilio Bianchi, direttore generale dell’Istituto dei Tumori Fondazione Pascale grazie al quale è stata garantita la continuità terapeutica per i malati oncologici e intensificate le procedure di protezione da eventuali contagi senza far mai mancare ai pazienti il supporto morale e materiale; Maurizio di Mauro, manager dell’azienda dei Colli che grazie all’utilizzo rigoroso di sistemi di protezione e ad una gestione razionale dell’emergenza è riuscito a fare dell’Ospedale Monaldi Cotugno l’unico nosocomio Covid-free; Renato Pizzuti, direttore del Moscati di Avellino che, con l’allestimento della palazzina “Alpi” dedicata al trattamento del coronavirus, ha scongiurato il diffondersi del contagio tra gli operatori sanitari e tra i pazienti; Sandro Pignata, direttore oncologia medica Istituto dei Tumori Fondazione Pascale.

“Acto per la vita”: una serata all’insegna della solidarietà dedicata al coraggio e all’umanità di coloro che hanno affrontato l’emergenza mettendo al primo posto l’interesse altrui e rischiando in prima persona la propria incolumità.


Farmaci per i tumori ginecologici: gli ultimi studi

Offrire nuove possibilità di cura anche per i tumori avanzati per i quali fino a ieri le opzioni di cura erano limitate. Questo l’obiettivo degli studi presentati dall’Istituto Europeo di Oncologia al Presidential Symposium della European Society of Medical Oncology (ESMO).

Per il tumore dell’ovaio particolarmente significativi sono i risultati dello Studio SOLO-1, coordinato in Italia da Nicoletta Colombo, Direttore Programma Ginecologia Oncologica dell’Istituto Europeo Oncologia.


Lo studio riguarda il Parp-inibitore Olaparib, che ha già dimostrato la sua efficacia come trattamento in prima linea nelle pazienti con carcinoma ovarico che presentino una mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 – ha dichiarato Nicoletta Colombo – La novità è che per queste pazienti i dati dimostrano un vantaggio di sopravvivenza libera da progressione anche a lungo termine, fino a 5 anni , che è un tempo molto significativo per la prognosi media  di questo tumore. A cinque anni, il 48,3% dei pazienti trattate con Olaparib è rimasta libera da progressione di malattia, rispetto al 20,5% del placebo”.

Un altro studio importante, coordinato da Nicoletta Colombo nell’ambito dei tumori ginecologici è ATTEND, che arruolerà 550 pazienti con carcinoma avanzato dell’endometrio in Europa, Giappone, Australia e Nuova Zelanda.

Il tumore dell’endometrio – spiega Colombo - è molto frequente e, se operabile, ha altissime probabilità di guarigione. Ma se si presenta in forma metastatica le possibilità di trattamento sono al momento scarse. Lo studio ATTEND per la prima volta sperimenta l’efficacia dell’associazione dell’immunoterapia con Atezolizumab alla chemioterapia standard con Carboplatino e Paclitaxel, come trattamento di prima linea. I risultati preliminari sull’efficacia della immunoterapia nel carcinoma endometriale sono incoraggianti e dunque le nostre aspettative sono molto alte.”