La storia di Sibilla

La prima volta che ho sentito parlare di mutazione genetica BRCA era il 1998. A mia madre - che già aveva avuto un tumore al seno - diagnosticarono anche un tumore ovarico e la dottoressa che la seguiva le propose di sottoporsi al test BRCA. Quando mi contattarono per avvisarmi dei risultati del test purtroppo lei non c’era più e io non trovai il coraggio di andare a ritirarli.
A 15 anni di distanza, quando mi ammalai di tumore al seno alla stessa età di mia madre, il ricordo di quel test per me ha fatto la differenza. Chiesi all’oncologa che mi seguiva di poter effettuare a mia volta il test BRCA , che come per mia madre, risultò positivo.
A quel punto l’urgenza per me è diventata quella di capire come affrontare al meglio la cosa con le mie due figlie, senza lasciarmi sopraffare dal senso di colpa.
Oggi ringrazio mia madre per aver accettato di fare il test nel lontano 1998, pensando non solo al suo bene ma anche a quello della sua famiglia. Guardo mia figlia Cristiana - anche lei positiva alla mutazione genetica - e la mia nipotina: il percorso che abbiamo fatto insieme ci ha permesso di vedere tutto questo come un’opportunità e di capire che decidere di sapere vuole dire soprattutto fare scelte consapevoli ed essere nelle condizioni di fare tutto il possibile per prevenire.

Sibilla Bighellini, 44 anni, arredatrice di interni