Tumore ovaio e utero: scoperto nuovo farmaco

Rispetto ad altri tumori, come il cancro al seno, i tumori ginecologici hanno meno opzioni di cura. Inoltre, questi tumori hanno alti tassi di recidiva anche dopo un trattamento iniziale di successo. Tutto questo rende improrogabile la necessità di sviluppare nuove terapie che siano più efficaci e abbiano minore tossicità.

Oggi la ricerca si sta concentrando sugli anticorpi monoclonali farmaco-coniugati (ADC, antibody drug conjugate) che sono farmaci composti da un anticorpo capace di riconoscere le proteine presenti sulle cellule cancerose al quale vengono coniugate molecole di chemioterapico capaci di  bloccare selettivamente la crescita del tumore. Una volta stabilito il legame con la cellula grazie all’anticorpo, il chemioterapico svolge la sua azione mirata contro la cellula tumorale.

Proprio al congresso ESMO 2024 è stato presentato uno studio in fase iniziale (fase I), condotto per la prima volta sull’essere umano, che ha evidenziato, in donne affette da tumori ovarici o endometriali precedentemente trattate con altre terapie, la promettente attività antitumorale di un nuovo anticorpo monoclonale farmaco-coniugato chiamato TORL-1-23, che ha come bersaglio un’oncoproteina fetale denominata claudina 6.

La claudina 6 è una proteina espressa nelle cellule sane degli individui in maniera limitata, ma i suoi livelli di espressione incrementano in modo anomalo in molte neoplasie, quali quelle ovariche ed endometriali. Pertanto, “colpire” la claudina 6, presente a elevati livelli nelle cellule tumorali, può ridurre il rischio di danneggiare quelle sane, limitando così la tossicità del trattamento. Infatti, TORL-1-23 ha rivelato un buon profilo di tollerabilità ed una promettente attività antitumorale nelle pazienti, già pretrattate, affette da tumore ovarico o endometriale. Lo studio ha incluso anche pazienti con cancro ai testicoli e tumore polmonare non a piccole cellule, confermando anche in questo contesto clinico i potenziali effetti antitumorali di TORL-1-23.

Guardando al futuro, la dott.ssa Elene Mariamidze, oncologa medica presso la clinica Todua di Tbilisi (Georgia) e Presidente della Georgian School of Oncology ha affermato: «Penso che le terapie combinate, coinvolgendo combinazioni di immunoterapia con chemioterapia o radioterapia e agenti mirati,  saranno il futuro della cura dei  tumori ginecologici. C’è anche un notevole margine di crescita nello sviluppo di farmaci personalizzati, come i vaccini neoantigenici e l’immunoterapia personalizzata sulla base del tipo di tumore e delle sue caratteristiche molecolari».