Che cos'è?

L’utero è l’organo deputato a contenere la gravidanza. Ha la forma di un imbuto rovesciato ed è formato da due parti principali: il corpo o endometrio,  che costituisce la parte superiore, più larga, e il collo o cervice, che costituisce la parte inferiore.

Il tumore dell’endometrio o del corpo dell'utero rappresenta la quasi totalità dei tumori che colpiscono il corpo dell'utero ed è il tumore più frequente nella popolazione femminile dopo il tumore al seno, al colon e al polmone.

In Italia ne sono affette 123 mila donne e ogni anno si registrano circa 10 mila nuovi casi. Oltre il 90% dei casi riguarda donne di oltre 50 anni.

Il tumore dell’endometrio è in aumento a causa dell’allungamento della vita media, dei mutamenti degli stili di vita e alimentari e dell’utilizzo di terapia a base di estrogeni. Attualmente non esistono strumenti di prevenzione o test di screening per questa neoplasia. 

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Prevenzione, diagnosi, terapia
prevenzione
Quali sono i fattori importanti?
Non esistono strategie specifiche di prevenzione


Cogliere i primi sintomi facilita la diagnosi tempestiva

Le donne a rischio ereditario devono eseguire controlli regolari

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diagnosi
Come riconoscere i sintomi premonitori
Nel 90% dei casi si manifesta precocemente con un sanguinamento vaginale anomalo
I passi della diagnosi
Il 70% dei tumori è diagnosticato in fase iniziale quando la lesione è confinata all’utero
Stadi e prognosi
La stadiazione si basa sulla diffusione del tumore e comprende 4 stadi

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terapia
Trattamento chirurgico
La chirurgia è il trattamento di elezione
Trattamento medico
Chemioterapia, ormonoterapia e immunoterapia sono le opzioni terapeutiche utilizzate nelle varie fase di malattia, inclusa quella avanzata o ricorrente.
Radioterapia
Trattamento adiuvante (dopo la chirurgia) per ridurre il rischio di recidiva o come terapia di prima linea negli stadi più avanzati.

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Centri di cura

L'IMPORTANZA DEL CENTRO DI CURA SPECIALISTICO

A causa della loro eterogeneità i tumori ginecologici sono neoplasie molto complesse che hanno un diverso andamento clinico e una diversa risposta alle terapie nelle diverse pazienti. Pertanto tali patologie devono essere trattate in centri di cura di alta specialità che garantiscono un approccio multidisciplinare. Numerosi studi hanno dimostrato che la cura delle pazienti nei centri di alta specialità si traduce in un significativo miglioramento della cura, della sopravvivenza e della qualità di vita.

Ospedali di riferimento Acto  

All’interno dei Comitati Scientifici delle associazioni Acto sono presenti i rappresentanti dei centri di ginecologia e ginecologia oncologica di primo riferimento regionale. 

Scopri la mappa dei centri di riferimento Acto

Istituti italiani per la Ricerca e la Cura in Ginecologia Oncologica   

In Italia operano MITO (Multicenter Italian Trial on Ovarian Cancer) e MaNGO (Mario Negri Gynecologic Oncology Group) due gruppi  di ricerca in ginecologia oncologica che hanno l’obiettivo di promuovere la ricerca clinica più avanzata e favorire una gestione ottimale delle pazienti.

Scopri l’elenco  degli ospedali associati alla rete  M.I.T.O - Multicentre Italian Trials in Ovarian Cancer

Centri europei certificati per la chirurgia dell’ovaio 

In Europa sono 120 i centri ospedalieri di alta specialità certificati per la chirurgia dell’ovaio. La certificazione è rilasciata dalla Società Europea di Ginecologia Oncologica (ESGO), l’autorità che stabilisce gli standard multidisciplinari in oncologia ginecologica per tutti i Paesi europei. 
Per chi fosse interessato, è possibile consultare l'elenco dei centri specializzati italiani ed europei che hanno ricevuto una certificazione dalla Società Europea di Ginecologia Oncologica ESGO a questo link

PERCHE’ PARLARE DI RISCHIO GENETICO: LA SINDROME DI LYNCH

Circa il 3% dei tumori dell’endometrio è associato alla sindrome di Lynch, una sindrome ereditaria. Lo rivela uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Manchester, in Gran Bretagna, pubblicato sulla rivista PLOS Medicine.

SINDROME DI LYNCH

La sindrome di Lynch è una sindrome genetica a trasmissione autosomica dominante, caratterizzata dalla predisposizione a sviluppare tumori dell’intestino e in altri organi come l’utero. E’ causata dalla mutazione di geni deputati a correggere gli errori del sistema di duplicazione del DNA, in occasione dei processi di divisione cellulare; quelli più spesso coinvolti sono i geni MLH1, MSH1, MSH6 e PMS2. 
Ogni figlio di un genitore portatore del gene mutato ha una probabilità del 50% di ereditare questa sindrome.

I rischi principali connessi all’ereditarietà sono una maggiore predisposizione a sviluppare un tumore del colon retto e, nelle donne, un tumore dell’utero. Meno probabile è invece lo sviluppo di tumori allo stomaco, all’intestino tenue, all’ovaio, alle vie urinarie, al pancreas e alla prostata. In presenza della sindrome di Lynch il rischio di sviluppare un tumore del colon arriva al 40-80% mentre il rischio di sviluppare un tumore dell’endometrio aumenta dal 2% al 20-60%. 
I tumori collegati alla sindrome di Lynch si sviluppano in età più precoce rispetto alle forme non ereditarie.

LO STUDIO INGLESE

Nello studio condotto dall’Università di Manchester sono state prese in considerazione 500 donne con una diagnosi di tumore dell’endometrio o di iperplasia atipica dell’endometrio (una lesione pretumorale che aumenta in modo significativo il rischio di sviluppare un carcinoma), alle quali è stato offerto il test genetico per individuare possibili mutazioni associate alla sindrome di Lynch. 

Dai dati raccolti è emerso che nel complesso 16 donne su 500 (3,2%) presentavano mutazioni compatibili con la sindrome di Lynch.
Se tutte le donne con tumore dell’endometrio fossero testate per verificare la presenza di questa sindrome si raggiungerebbero due importanti obiettivi. Innanzitutto identificare le pazienti inconsapevoli di essere portatrici della sindrome e avviare i necessari percorsi di prevenzione per ridurre il rischio di sviluppare altri tumori futuri. In secondo luogo allargando lo screening ai familiari delle stesse pazienti si potrebbero avviare percorsi di prevenzione per i familiari riducendo così il rischio soprattutto fra i più giovani. (Fonte: Associazione Mutagens – www.mutagens.it)

Da non dimenticare
1
Non esistono strumenti di screening o di prevenzione
2
Si manifesta allo stadio iniziale nell’80% dei casi
3
La diagnosi precoce si accompagna ad una prognosi favorevole
4
La terapia è principalmente chirurgica, la chemioterapia è utilizzata a scopo adiuvante o negli stadi avanzati
5
Esistono forme ereditarie correlate a sindromi genetiche.