#COVID-19: dalla Prof. Nicoletta Colombo – IEO arrivano finalmente indicazioni importanti per le donne con tumore ovarico

L’emergenza COVID-19 sta avendo un grande impatto sulla vita di tutti, e soprattutto su tutte le persone che stanno vivendo con una malattia oncologica.

Tante pazienti sono dubbiose su cosa fare in questo periodo per la paura di contrarre la malattia e aggravare la propria situazione spinge alcune a interrogarsi se sia il caso di recarsi in ospedale per le cure oppure  se, avendo ricevuto una nuova diagnosi, verranno operate o meno.

Ecco finalmente le prime chiare indicazioni su come e cosa fare dalla Prof. Nicoletta Colombo, Direttore del Programma di Ginecologia Oncologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano e Presidente del Comitato Scientifico di Acto.

L’intervista realizzata dalla testata online dica33.it è suddivisa in tre parti ai seguenti link:

#Covid-19 e tumore ovarico: intervista alla prof.ssa Nicoletta Colombo

#Covid-19 e tumore ovarico, come proteggersi? Lo spiega la Prof.ssa Nicoletta Colombo

 #Covid-19 e tumore ovarico: video-scheda informativa

Invitiamo quindi tutte, pazienti e familiari, a leggere attentamente questi suggerimenti per poter affrontare questo periodo difficile con maggiore positività.

Cosa devono fare le pazienti in follow up? 

Per le pazienti in follow up un ulteriore approfondimento arriva sempre dalla Prof. Colombo. Ecco di seguito le sue indicazioni:

  1. Per le pazienti in follow up e in buone condizioni  è consigliabile eseguire gli esami previsti vicino al proprio domicilio ed inviarli all’oncologo curante. Sarà poi possibile eseguire un consulto telefonico o in videoconferenza per valutare gli esami e le condizioni cliniche.
  2. Nel caso l’esecuzione degli esami a domicilio non fosse possibile, bisognerà valutare con l’oncologo curante se sia possibile posticipare gli stessi di un paio di mesi.
  3. Tutto questo dipende dalla singola situazione clinica, dal rischio di recidiva, dal tempo trascorso rispetto alla fine del trattamento e dalla presenza o meno di sintomi o esami biochimici alterati.